Carmen Novaco

Carmen Novaco nasce a Portici nel 1948, figlia di un ufficiale di marina ed un’ insegnante. Sin dalla giovane età manifesta una spiccata propensione artistica ma preferisce indirizzare i suoi studi e la sua conseguente carriera professionale all’insegnamento, esperienza formativa la cui traccia si ritrova in un aspetto ludico fortemente presente nelle sue opere. Ai fini pedagogici, per lei, particolare importanza ricopre l’utilizzo dell’immagine, attraverso un oggetto l’informazione iniziale risulta più facilmente acquisibile. Tale approccio segna il suo lavoro artistico.

Spinta da una impellente esigenza creativa fonda la su azienda “Nova design”, realizzando artigianalmente borse in gomma microporosa, progetto che gratifica l’artista grazie ad una crescita che la vede impegnata su di uno scenario nazionale ed internazionale. Nei conseguenti viaggi in Europa, approfondisce il Costruttivismo Russo ed interiorizza con maggior coscienza la sua propensione verso l’arte di natura geometrica. Contemporaneamente non si placa l’esigenza di far conoscere i suoi lavori artistici. Cura il look della Geven, azienda aeronautica di famiglia. Pannelli d’alluminio e di acciaio sottoposti al taglio laser per motivi produttivi dell’azienda, reinventati e rimodulati danno luogo ad opere di grande impatto estetico. Ogni ritaglio di alluminio o di acciaio invita l’artista a sperimentare un momento creativo di profondo cambiamento ed al quale non può rinunciare. L’impiego di materiali vari quali metallo, plexiglas, legno e forex le permette di spaziare ed interessarsi al discorso bidimensionale e tridimensionale. I suoi lavori si aprono ancor più al fruitore, invitandolo ad interagire, decide così di esporre le sue opere. In un periodo nel quale si parla della terra dei fuochi, di rifiuti, di problematiche ambientali, proprio a Nola, nei saloni della Geven si fa dei rifiuti un’ arte e la sua prima mostra prende forma.

Nel 2013 le linee guida del movimento Madì le consentono di riconoscersi in un’arte che rispetta la sua libertà interpretativa. Nel 2014 è invitata ad esporre, come ospite costruttivista, alla mostra collettiva “Aspetti del Madì internazionale a Napoli” presso il Museo Civico del Castel Nuovo (Maschio Angioino), Sala Carlo V. A seguire entra ufficialmente a far parte del gruppo.

La sua esigenza di conoscenza, la curiosità mai appagata e la serrata ricerca pongono l’artista in contatto con ”Astractura” corrente artistica assolutamente innovativa e di cui condivide le linee guida ma anche il concetto di gruppo, di collaborazione, di apertura che non ha rilevato in altre correnti artistiche.

Nel 2016 al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, ha luogo la mostra personale “Geometrie caleidoscopiche” a cura del Professore Rosario Pinto.

Nel 2018 su invito della gallerista Rossella Savarese espone al SyArt Festival, rassegna di arte contemporanea che ha luogo presso Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento. Contestualmente dona alla Città di Sorrento la sua scultura “Essenza”, opera in permanenza in Piazza S. Antonino e che ricopre un ruolo nevralgico nella sua produzione artistica, aprendo a nuove possibili soluzioni in cui l’esigenza di rottura e di trasformazione sono irrefrenabili. Nello stesso anno espone “Cubo n. 1” al Museo Maca -Museo di arte contemporanea di Acri, opera di grandi dimensioni segnalata dalla giuria quale lavoro di grande interesse artistico. Nel 2019 consegna al Comune di Mendicino (CS) la scultura “La via della seta”, altra opera in permanenza in uno spazio pubblico. Lavori presenti al Museo Geometric e Madì di Dallas, alla Casa Museo Sartori di Mantova, alla Pinacoteca Comunale Palazzo Ducale Sanchez de Luna a Sant’Arpino (CE), al Polo espositivo “Juana Romani” a Velletri (RM).

A sostegno del suo lavoro si sono espressi autorevoli critici quali Magdalena Arria, Laura Bica, Enzo Battarra, Giorgio di Genova, Rosario Pinto, Giorgio Palumbo, Maurizio Vitiello.

A seguire testo critico di Rossella Savarese

L’impeto creativo irrompe nella sua vita sin in giovane età ma decide di condividere i risultati poliedrici della sua personale ricerca artistica in una fase più matura. Esplora il bidimensionale ed il tridimensionale attraverso pannelli, sculture ed installazioni. L’utilizzo di materiali tecnologicamente avanzati quali acciaio, plexiglas, alluminio e legno conferisce equo risalto al lavoro progettuale minuzioso e rigoroso alla base di ogni sua opera. Il materiale di risulta di un’azienda aeronautica assume connotazioni inedite, generando geometrie di derivazione costruttivista. Partendo da una fase iniziale incentrata su lavori bidimensionali, l’artista transita, attraverso un percorso graduale, verso soluzioni artistiche di natura tridimensionale che incisivamente trasmigrano la sua impellente necessità di comunicare attraverso l’oggetto, dando forma e contenuto ad opere di natura astratto-geometrica. Approdando di fatto e concretamente ad un ciclo di sculture in cui il cubo acquisisce caratteristiche versatili, da’ origine ad un racconto incentrato sul tema delle “rotture” che evidentemente si concretizza nella forma e nel contenuto delle sue recenti opere.

L’opera selezionata intitolata “Kintsugi” è realizzata dall’artista nel 2019 quale scultura facente parte di un ciclo dedicato al tema del cubo, poliedro da Platone associato alla terra. In questo caso il titolo ne anticipa il messaggio, stimolando il fruitore ad un ulteriore approfondimento, oltre il tangibile. Nevralgico ai fini di un’analisi è il contestualizzare questo lavoro all’interno di un ciclo presentato al pubblico con “Essenze” mostra personale che curo all’interno del Galoppatoio Reale della Reggia di Portici ed in cui l’artista, attraverso il medesimo soggetto, racconta la sua esigenza d’intervenire nello spazio precostituito, concedendosi una possibile rottura. In “Kintsugi” rievoca la saggezza della pratica giapponese del “riparare con l’oro”, in cui pezzi recuperati e riassemblati di un oggetto in ceramica sono saldati con lacca urushi, il cui strato finale è ricoperto con lacche in oro ed argento. Carmen Novaco, colpita dalla pluralità dei significati simbolicamente rappresentati da questa arte, ne percepisce una profonda continuità con il concetto stesso della sua opera.

La tecnica: in questa opera l’artista seleziona legno marino, sezionato con strumenti di precisione, intervenendo con stratificazione di colore e lacche.

La scultura misura 50 x 50 x 50 cm.

Collezione Privata

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